Quali sono i migliori prodotti enogastronomici italiani suddivisi per regione, evidenziando quelli che si distinguono per una maggiore originalità e il cui assaggio è altamente raccomandato a chi desidera provare specialità tipiche di una determinata zona.
Nord Ovest
Volendo seguire un percorso che segue la geografia iniziamo dai territori che fanno parte dell’Italia del Nord Ovest, una delle zone più interessanti e ricche del mondo dal punto di vista gastronomico.
Tra i prodotti della terra, la fa da padrone il tartufo bianco, che da qui è partito per le tavole reali, inoltre tra boschi e campi, sopra e sotto terra, è presente una vastissima varietà di prodotti ortofrutticoli.
Torino è considerata la capitale del cioccolato, Milano dei dolci lievitati, mentre Cremona quella del torrone.
L’olio extravergine d’oliva, uno dei simboli della dieta mediterranea, è protagonista anche in questa porzione del belpaese.
La fontina è il più conosciuto tra i formaggi montani del Nord-Ovest, in particolare Piemonte e Lombardia si possono considerare meritatamente le capitali mondiali dei formaggi pregiati.
Per quanto riguarda il vino, prevale il Barbera del Piemonte e il Barbera della Lombardia, lo stesso vitigno per un vino di qualità presente sia sulle tavole casalinghe che su quelle dei ristoranti alla moda.
Il pane, quello di segale dal colore nero e quello di grano saraceno fatto per durare a lungo, era in passato, prima della diffusione della polenta, il cibo base nelle valli alpine, usato largamente per preparare delle squisite zuppe a base di cavoli e patate, soprattutto in Valle d’Aosta.
Circa i salumi, “divin porcello” e carni secche varie, come la bresaola, accomunano genti di pianura e di montagna in un’arte conserviera che vede piemontesi e lombardi autentici pionieri.
Nord Est
Spostandosi verso Nord-Est, si deve dire che lo stile contadino è rimasto quello di un tempo, con la natura che fa la sua parte lasciandosi influenzare dal tepore del lago di Garda e del mare Adriatico che, a contrasto con i microclimi alpini, creano microclimi straordinari.
Gli animali da cortile costituiscono la ricchezza di una gastronomia tipicamente contadina, che dai colli piacentini a quelli triveneti è ancora la maggiormente amata, con la gallina di Padova e le oche di Pordenone.
Asiago è il simbolo degli autentici formaggi di alpeggio, in questo meraviglioso altopiano le mucche non servono solo come fattore coreografico per dare soddisfazione ai turisti, ma rappresentano le vere protagoniste di un’attività che continua a seguire i ritmi e il livello qualitativo di un tempo.
Circa i prodotti della terra, i germogli concentrano le qualità della pianta che nascerà, gli asparagi sono quelli più antichi mangiati dall’uomo e trovano la loro capitale in Bassano del Grappa.
Ma l’agricoltura del nord-est è fatta anche di ciliegie, in particolare a Vignola, oltre che dai radicchi di Treviso e dai funghi di Borgo di Taro.
Olio e ulivo caratterizzano non solo la zona del Lago di Garda ma anche tutta la fascia collinare veneta, con espansione anche in Romagna, dove si produce lo straordinario Brisighello, e in Friuli.
Sì può tranquillamente affermare che l’intera area geografica del Nord-Est è un estesissimo vigneto, con una produzione di vino che spazia dai grandi bianchi dell’Alto Adige e del Collio a vini rossi unici al mondo, tra cui l’Amarone. Da non dimenticare l’eccellente Prosecco.
In queste terre, dove sono nati il pandoro e altri tipi di dolci tutto burro, si distingue la polenta, un piatto contadino di eccellenza, grazie a un mais splendido come il Marano.
Per quanto riguarda i salumi, famoso in tutto il mondo è il prosciutto crudo di Parma, ma non mancano prosciutti e insaccati pregiati in altre zone di Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Centro Italia
Nell’Italia centrale ci si trova di fronte a due economie agricole differenti, legate a due alberi considerati il simbolo del territorio, ovvero quella del castagno e quella dell’ulivo.
Se si considera poi che è proprio qui che la penisola italiana si restringe, ecco spiegato come mai i gusti rustici tipici dell’Appenino gareggiano con le specialità di pesce tipiche delle zone marittime.
Se qualitativamente la produzione d’olio dell’Italia centrale è poco significativa rispetto alle regioni del Sud, tuttavia si trovano oli di gran classe in Toscana, Umbria e Lazio.
Circa le carni, tra i bovini è la razza chianina quella più rinomata, resa famosa dalla celebre bistecca alla fiorentina. Oltre a questa meritano considerazione anche la razza marchigiana e quella maremmana, oltre alla Cinta senese e, per quello che concerne le razze ovine, l’agnello di Zeri.
Rinomati anche il pesce di sabbia, lungo la fascia costiera che va da Viareggio a Gaeta, e quello dei fondali, presente soprattutto intorno a isole come Gorgona, di cui sono conosciutissimi i gamberoni.
Tra i prodotti della terra, il tartufo nero e quello bianco sono molto pregiati, inoltre meritano attenzione una miriade di funghi, erbe, e prodotti ortofrutticoli.
Siena è famosa per la sua pasticceria, in particolare si distinguono il panforte e altri tipici dolci medievali tramandati da generazioni nella città dove si svolge annualmente il tradizonale Palio.
Il centro Italia è anche il regno del pecorino che si offre con tante sfaccettature diverse che gli intenditori sanno distinguere e apprezzare per le loro diversità aromatiche e di gusto.
Il prosciutto appenninico, a partire da quello toscano e da quello di Norcia, da qui il nome norcino che indica colui che confeziona i salumi, è l’altra faccia del prosciutto italiano, in questo caso salato, che si contrappone a quello dolce tipico di altre zone, per esempio Parma.
Il vino Chianti, tipico toscano, è noto e apprezzato in tutto il mondo, oltre a questo hanno avuto grandi riconoscimenti internazionali anche i vini della Marche e dell’Umbria.
Italia meridionale
Il Sud Italia è un territorio dove, nella maggioranza dei casi, sono ancora la tradizione popolare e la piccola attività artigianale a dare il meglio di sè.
Fanno eccezione le grandi produzioni di olio e di vino nelle vaste aree agricole pugliesi che si attestano al primo posto per quantità e qualità.
I fichi secchi sono tipici in tutto il Sud, come anche le conserve di pesce, i pomodori e i peperoni secchi, oltre a sott’oli di ogni specie.
Tanto sole e un clima asciutto garantiscono prodotti profumati, sani e facilmente coltivabili seguendo metodi biologici, terrini molto diversi diventano una fonte di grande versatilità, riscontrabile per esempio sui pomodori.
Le terre calde del Sud offrono vini dal colore intenso e dalla buona gradazione alcolica che riescono a emergere per le loro qualità anche in tutto il resto d’Italia e nel mondo.
Gragnano e Torre Annunziata sono considerate le capitali storiche della pasta secca di grano duro e i templi dei maccheroni.
Ma l’Abruzzo con Fara San Martino e la Puglia con maglie, tanto per fare due esempi, oggi non sono da meno, come altre località dove ogni giorno, in ogni casa e ogni agriturismo, si inventano nuovi tipi di pasta sempre freschi a base di acqua e farina.
I formaggi a pasta filata di bufala ma anche vaccini, come caciocavallo, fiordilatte e provole, sono il vanto dell’arte casearia meridionale che trova tuttavia grandi livelli di gusto e fantasia anche con i pecorini e con molteplici tipi di ricotta usati come componente base di molti primi piatti e dolci.
Il Sud Italia ha sempre rappresentato il fulcro mondiale quantitativo dell’olio d’oliva. Oggi questo primato non c’è più perché alcune regioni spagnole e greche si sono evolute in questo senso, ma permane una netta superiorità qualitativa rispetto agli oli stranieri.
Tra i salumi, le soppressate la fanno da padrone, ottenute da pezzi pregiati ottenuti selezionando le parti migliori del maiale e da una lavorazione ineccepibile.
Isole
La Sicilia e la Sardegna sono due territori che rappresentano un concentrato di sapienza gastronomica mediterranea e non solo.
Idee arabe e genovesi, greche e normanne, ma anche spunti che pervengono dalla Spagna e persino dall’Inghilterra hanno trovato un’armonia e una personalità rinnovate.
Non si può affermare che la Sicilia abbia nei salumi il suo forte, al contrario la Sardegna, con i suoi maiali allevati allo stato selvaggio, in particolare quelli a manto nero, si distingue per il prosciutto e la salsiccia sarda.
Il tonno che transita nel mese di giugno è considerato il migliore del mondo, in Sicilia e in Sardegna si trovano ancora diverse tonnnare, per esempio a Carloforte e a Favignana, del tonno non si butta via nulla ma al contrario si preparano incredibili specialità di mare utilizzando ogni sua parte.
Se Marsala, Vernaccia, Moscato di Pantelleria sono considerati a ragione i simboli dell’enologia delle due maggiori isole italiane, anche nei vini da pasto si nota una crestita qualitativa straordinaria.
In Sardegna sono i vitigni autoctoni a dominare, con Cannonau e Cartignano tra i rossi e Vermentino tra i bianchi in prima posizione.
In Sicilia le uve internazionali stanno progressivamente declassandosi rispetto a quelle provenienti da vigneti autoctoni usate per produrre il celebre Nero d’Avola.
Fatta eccezione per il panettone, se esiste una tradizione pasticcera diffusa in tutto il mondo, si tratta di quella siciliana.
La cassata e il cannolo autentici sono reperibili solamente in Sicilia, dove i pastori fanno la ricotta giusta in grado di renderli inimitabili.
L’olio di Sicilia domina molti concorsi internazionali, grazie alla ricchezza aromatica e allo straordinario equilibrio olfattivo gustativo.
Ormai la produzione di pecorino in Europa è in mano quasi ovunque a pastori sardi, questo primato culmina soprattutto in autentici capolavori caseari, come il formaggio gransardo.
Anche in Sicilia il pecorino ha una lunga tradizione, ma i formaggi più significativi sono a pasta filata e tra questi si distingue il ragusano.
La Sicilia è l’isola dei profumi e la Sardegna non è da meno. Se il finocchio selvatico è il simbolo della prima, il mirto lo è della seconda.
Ma il profumo è ciò che contraddistingue tutti il loro prodotti della terra, siano essi spontanei o coltivati, in particolare pomodori, meloni, funghi, albicocche, pistacchi e fragole.